venerdì 29 dicembre 2023

Maternità 'Cool' o Stereotipi Dannosi?

Riflessioni sulle Dichiarazioni della Senatrice Mennuni: Critiche, Prospettive di Genere e la Necessità di un Dialogo Inclusivo


Lavinia Mennuni - ph Radio Colonna

Nelle recenti dichiarazioni della Senatrice Lavinia Mennuni di Fratelli d'Italia, un acceso dibattito è stato innescato su questioni etiche, sociali e di genere, in particolare riguardo alla proposta di considerare la maternità come il culmine delle aspirazioni femminili.


La Senatrice, nel corso della trasmissione televisiva "Coffee Break" su La7, ha affermato: "La maternità deve diventare di nuovo cool. Dobbiamo fare sì che le ragazze di 18/20 anni vogliano sposarsi e vogliano mettere al mondo dei figli", sollevando una serie di preoccupazioni che meritano attenta riflessione.


In primo luogo, va sottolineato che la proposta della Senatrice Mennuni di elevare la maternità al vertice delle aspirazioni femminili sembra perpetuare stereotipi dannosi, limitando l'identità delle donne al ruolo di madre, trattandole quasi come mere incubatrici e trascurando la diversità delle loro aspirazioni e capacità. Inoltre, nel suo discorso, la Senatrice sembra concentrarsi unicamente sulle donne, trascurando il coinvolgimento degli uomini nel ruolo genitoriale, contribuendo così a rafforzare dinamiche di genere obsolete anziché promuovere un'equità più inclusiva.


Un rischio implicito nelle affermazioni della Senatrice è poi la possibile percezione che il valore di una donna sia legato intrinsecamente alla maternità, trascurando le numerose realizzazioni e contributi delle donne in ambiti diversi come carriere professionali, impegno sociale e creatività.


La focalizzazione discriminatoria sulla "precocità" di matrimoni e maternità solleva ulteriori preoccupazioni: limitare le opportunità educative e professionali delle donne può comportare gravi conseguenze sociali ed economiche, ignorando l'importanza dell'istruzione avanzata nel percorso di sviluppo personale e professionale delle donne.


La rappresentanza politica dovrebbe riflettere la diversità della società, promuovendo un ambiente inclusivo in cui le aspirazioni di ogni individuo, indipendentemente dal genere, sono rispettate e incoraggiate. Il dibattito suscitato dalle dichiarazioni della Senatrice Mennuni dovrebbe portare a una riflessione approfondita sulla necessità di promuovere una società basata sull'uguaglianza e sulla valorizzazione delle scelte individuali. Ogni persona dovrebbe godere del diritto di seguire un percorso in armonia con le proprie passioni e competenze.


 © Lucia Mariano

 

 

domenica 24 dicembre 2023

Alba di stelle

O Custode del firmamento, danza con me 

tra le note di un canto, nell'aria che intreccia i se… 

Stelle  cadenti, testimoni di un eterno momento, 

dipingono il cielo di un blu soave, maestoso e lento.

Prego con la luce delle stelle, sfiorata dal vento, 

che porti con sé dolci speranze, senza impedimento. 

In questo cielo notturno, un mare di desideri si specchia, 

come onde che accarezzano la riva, un amore che mai invecchia.

Nell'arco celeste, tra il giorno e la sera d'argento, 

scrivo con la penna dell'anima, in un eterno accadimento. 

Che la pace discenda, lieve come petalo di rosa, 

coprendo il mondo di calore, come coperta amorosa.

Signore del tempo, custode dell'universo immenso, 

guida i nostri passi in questo viaggio intenso. 

Sii faro nei sentieri intricati della vita, 

sciogli ogni nodo con la tua luce infinita.

Fa' che la melodia dell'armonia risuoni alta, 

oltre l'orizzonte, dove i sogni si abbracciano alla ribalta. 

Nel cuore di questa notte, nell'attimo eterno, 

siano gli auguri di un Natale sereno, dolce e fraterno.




© Lucia Mariano

mercoledì 25 ottobre 2023

Il ciuffo tagliato

Il quarantaduenne il ciuffo tagliò, 

In un gesto di forza l'identità sfogò. 

In quei capelli virili la sua storia intrecciata, 

Ma ora una nuova strada a lui è destinata.

Come Sansone, privato del suo vigore, 

Scoprì nuove dimensioni e un mondo migliore. 

Nel taglio dei capelli, il simbolo d'evoluzione, 

Un cambiamento interiore, la trasformazione.

La virilità antica nei ricordi riposa, 

Nel ciuffo, la potenza, ora è difficoltosa. 

Liberato da stereotipi e da vecchie convinzioni, 

Il quarantaduenne trova nuove visioni.

Lucia Mariano

mercoledì 18 ottobre 2023

Stimolare il Pensiero Profondo nei Figli: Il Potere dei 'Perché' e dei 'Cioè'

Suggerisco vivamente di instaurare conversazioni profonde con i propri figli. Voglio proporre un semplice gioco che ha dimostrato di avere un impatto notevole: quando un figlio o una figlia esprime un'opinione o racconta qualcosa, iniziate con una semplice domanda "perché", per chiedere ulteriori dettagli o spiegazioni. Continuate a usare questa domanda "perché", anche quando sembra che le parole del vostro figlio siano ovvie o scontate. Dopo ogni loro risposta, reiterate la domanda "perché", per scavare più a fondo. Continuate questo processo finché è possibile. Questa pratica può portare a scoperte meravigliose e aprire la porta a discussioni significative.


Ho deciso di riportare in auge questo gioco, di quando mia figlia era piccola, durante il nostro tragitto in auto, dopo una sessione di allenamento di karate. Lei ha condiviso un pensiero su una bottiglia d'acqua verde, ed ho iniziato con la domanda "perché." Questo ha scatenato una serie di domande e risposte che ci hanno portato ad esplorare argomenti che andavano dalla biologia alla teologia, dal significato della vita al concetto di rinuncia.


Se notate che il vostro figlio stia lottando per spiegare il "perché" di qualcosa, potete usare un piccolo trucco: ripetere l'ultima cosa che hanno detto e aggiungere la parola "cioè." Questo spesso li incoraggia a esprimere le loro idee in modo più dettagliato.


Ricordate che non è un nostro compito insegnare loro tutto, ma piuttosto nutrire la loro curiosità innata e aiutarli a sviluppare il pensiero critico. Questo gioco dei "perché" e dei "cioè" è una dimostrazione tangibile di come si possa costruire connessioni più profonde con i figli e promuovere la loro crescita intellettuale in modo creativo.


Questo stratagemma apre a un nuovo mondo di spiegazioni. Non è corretto ritenere che si debba  trasmettere loro ogni conoscenza. In effetti, ricordo che un Ministro della Repubblica Italiana affermava la questione degli "imbuti"... La verità è che non si tratta di insegnare, ma di imparare da loro. Potrò sembrare forse eccessivamente socratica, ma credetemi, sono territori inesplorati, un tesoro da cui trarre abbondante ricchezza. Non dobbiamo impartire conoscenza, ma piuttosto far emergere quella che essi possiedono.

L. M.


domenica 19 gennaio 2020

Lecce: Workshop di Origami. L'arte giapponese di piegare la carta.



Fissa la data: 24 gennaio 2020, ore 18:00.

Vieni a scoprire l'arte degli Origami!

Ti aspettiamo per un workshop della durata di due ore e trenta sulle tecniche base di origami, l'arte di piegare la carta di origine giapponese.

Durante il workshop si realizzeranno bigliettini d'auguri, anche in vista del giorno di San Valentino.
Potrai realizzare e portare a casa il tuo primo origami realizzato con originale carta giapponese da origami. 

Il workshop sarà tenuto da Yukari Tsuchida, artigiana giapponese in collaborazione con Amanò.

Il costo del workshop è di 25 €
Nel costo è compreso un thé originale giappponese che sarà offerto durante il laboratorio.

Durante l'evento sarà possibile acquistare con uno sconto del 20% la nuova collezione di prodotti Amanò realizzati con carta giapponese.

Per partecipare al workshop sarà sufficiente portare con sé un paio di forbici e un bel sorriso 😊

📍Amanò - Vico Santa Venera 2, Lecce

Per prenotarti, telefona a:

ℹ️Silvana 349 0700238 || Yukari 328 0897374


domenica 24 giugno 2018

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venerdì 25 maggio 2018

Filosofi e Impresa

 








Slides visionabili al seguente indirizzo:

https://prezi.com/wg6xgsc_pfgp/untitled-prezi/







Ringrazio il Corso di Laurea in Filosofia dell’Università del Salento per il gentile invito a partecipare all’odierno workshop.
Devo confessarvi che mai avrei pensato di partecipare a un evento così importante. Ne sono onorata e anche imbarazzata. Potrei dire, riprendendo giocosamente Michel De Montaigne: «Mi accade anche questo: che non mi trovo dove mi cerco; e mi trovo più per caso che per l’indagine del mio giudizio».
Per via del mio ambiente familiare, ho infatti a lungo creduto che avrei seguito le orme paterne e che avrei dedicato la mia vita all’imprenditoria. Ma nel tempo, la mia vera passione ha iniziato a farsi sentire con tale forza da indurmi ad affiancare al mio lavoro gli studi filosofici.
Quando ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo, non tutto mi era chiaro; anzi diversi suoi aspetti mi apparivano di difficile comprensione, e forse proprio per questo me ne sentivo così fortemente attratta.
Umberto Eco scrive del “piacere del come”, ovvero dell’appagamento derivante dalla conoscenza di mondi mai uguali, dall’analisi di problemi sempre diversi e quindi dalla tenacia nel superarli e nel superarsi.
Era quello a cui ambivo, fare mio il linguaggio, gli stili comunicativi, i concetti e i contenuti della filosofia.

Frattanto ho continuato a occuparmi di imprese e un paio di anni fa ho conosciuto la dott.ssa Marina Montefrancesco, una giovane donna dalla mente brillante, che, insieme alla sua famiglia, è alla guida di Valentino Caffè S.p.A., azienda leader nelle torrefazioni in Europa.
Anche se Valentino Caffè ha spento 70 candeline è un’azienda giovane, dinamica, aperta alle innovazioni e attenta a soddisfare anche le esigenze dei suoi clienti. Sin dalla sua fondazione ha costantemente fatto del riconoscimento del merito, dell’ecosostenibilità e del sostegno alla crescita del territorio i suoi principali punti di forza. In altri termini, Valentino ha ispirato le sue attività ai principi di responsabilità sociale d’impresa. Quando la dott.ssa Montefrancesco mi ha proposto di gestire il loro ufficio comunicazione mi sono trovata dinnanzi a una nuova sfida. Mi occupavo di comunicazione e di pubblicità già da anni e avevo tra l’altro organizzato e condotto diversi eventi culturali, alcuni anche molto impegnativi, come la presentazione del volume di Paolo di Mizio (già caporedattore centrale del Tg5) dedicato alla Storia di Giuseppe e del suo amico Gesù, edito da Marsilio. Mi chiedevo però quale potesse essere il mio specifico apporto di competenze e di conoscenze in una azienda di torrefazione visto che fino a quel momento il mio rapporto con il mondo del caffè si era limitato alla sua degustazione.
Poi mi sono ricordata della nota massima di Terenzio: “Uomo sono: nulla di ciò che è umano mi è estraneo” e ho quindi accettato con gioia l’offerta lavorativa. Da allora mi occupo di comunicazione per la Scuola di Valentino Caffè. Nello specifico redigo i comunicati stampa, realizzo le grafiche pubblicitarie, intervisto i docenti per il blog di Maestri Caffettieri, mi occupo della cura e della crescita dei social media, mi interesso delle questioni riguardanti la libertà di espressione nella rete, dell’utilizzo per fini commerciale di materiale digitale presente nel web, se non vincolato da diritto d’autore; infine, analizzo le tecniche e gli strumenti per definire i target di mercato e gli obiettivi da raggiungere.

Valentino Caffè è un’azienda che guarda con fiducia al futuro ed è in grado di rispondere alle esigenze derivanti dai processi di unificazione dei mercati a livello mondiale, alle aspettative della comunità sociale, al rispetto e alla tutela del territorio.

È interessante notare che per le aziende, in tempi di globalizzazione dei mercati e dei capitali, è diventato insufficiente limitarsi semplicemente a saper produrre le proprie merci. Il filosofo ed economista statunitense, Edward Freeman, sostiene che "per le imprese non è più tempo di fare solo soldi, ma di condividere il valore” (Repubblica 07/02/15).
Occorre con urgenza che esse sappiano sviluppare una responsabilità sociale sia interna (parità di retribuzione tra i sessi, gestione delle diversità, formazione durante tutta l’attività lavorativa, tutela della salute, sicurezza del lavoro) sia esterna (comunità locale, fornitori, consumatori, banche e assicurazioni), nonché ecologica ed etica. In esse, l’attività dello storico del pensiero diventa sempre più indispensabile. 

Del resto, l’Unione Europa ha insistito almeno dal 2001 sul tema della responsabilità sociale d’impresa, con la pubblicazione del cosiddetto Libro Verde. Altri interventi fondamentali sono seguiti negli anni successivi. Basti pensare che a partire dal 25/10/2011 la Commissione europea ha avviato “Una nuova strategia 2011-2014”, basata su una nuova definizione di responsabilità sociale d’impresa, ovvero della “responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società”, indicando, altresì, le buone pratiche da seguire affinché le imprese integrino nelle loro politiche aziendali le questioni sociali, ambientali ed etiche. 

Inoltre, il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l'Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile. In cui si legge al punto 67: "L'attività imprenditoriale privata, gli investimenti e l'innovazioni rappresentano i motori principali della produttività, di una crescita economica inclusiva e della creazione di posti di lavoro. Riconosciamo la varietà del settore privato, che varia dalle microimprese alle cooperative, e alle multinazionali. Invitiamo tutte le imprese ad impiegare la loro creatività e la loro innovazione, al fine di trovare una soluzione alle sfide dello sviluppo sostenibile".

Il sociologo tedesco Gunther Teubner sostiene che l'impresa è un'istituzione economica della società, poiché essa è "[...] quella che considera sé stessa non come un sistema chiuso, separato dal resto della società, ma come una vera e propria istituzione che, in quanto tale, si fa carico delle esigenze della democrazia".

Valentino Caffè da anni ha fatto proprie le direttive dell’Unione Europea sopra citate. Non si è limitata a incentrare la propria visione d’impresa sull’idea di responsabilità sociale, intesa come teoria degli stakeholders, ma ha anche operato per agire a favore dell’alterità, sviluppando strategie imprenditoriali di carattere sociale.

Valentino Caffè è fortemente convinta che la formazione e la ricerca siano risorse indispensabili e che devono essere fruibili da tutti. Per tale motivo, già dal 2014 ospita nella sua sede, sita nella zona industriale del capoluogo salentino, la scuola di formazione professionale, Maestri Caffettieri. Inoltre, attraverso il costante supporto alle iniziative culturali organizzate dall’Università del Salento, intende contribuire, insieme all’ateneo salentino, allo sviluppo delle giovani menti e alla crescita culturale, economica e sociale della regione.
Infatti, Valentino Caffè, oltre alla sponsorhip dell’odierno workshop, “Professione filosofo”, è già stata sponsor ufficiale di una serie di importanti eventi organizzati dall’Unisalento, tra i quali va segnalato almeno il XLIV Convegno della AIFG - Associazione Italiana di Filologia germanica nel 2017. Valentino, rimanendo fedele alla sua visione di riconoscimento del merito, si adopera per la valorizzazione delle eccellenze salentine offrendo premi di studio ai ragazzi più meritevoli degli istituti alberghieri della provincia di Lecce. Ciclicamente, la Scuola Maestri Caffettieri, diretta dalla dott.ssa Montefrancesco, organizza giornate di studio, seminari e workshop avvalendosi di docenti particolarmente noti in campo internazionale, tra i quali si segnalano: Hidenori Izaki, (Campionato Modiale Baristi per l’anno 2014), Chiara Bergonzi (trainer ufficiale SCAE, vice campionessa mondiale di Latte Art 2014 e giudice internazionale di gare di Latte Art del circuito WCE) e Manuela Fensore (attuale campionessa Italiana di Latte Art, che rappresenterà l’Italia nella prossima competizione mondiale, che si terrà in Brasile nel mese di novembre prossimo).
Nella torrefazione Valentino Caffè è come se tutti fossero una grande famiglia. Infatti, ogni dipendente sente l’azienda come se fosse propria. Questi risultati certamente poco comuni sono il frutto della “visione d’impresa” che Gaetano Montefrancesco e il fratello Antonio Egidio hanno sviluppato con determinazione, con grande passione e con profondo impegno, dal 1948 ai giorni nostri. Nella nuova brochure di Valentino Caffè si racconta la storia dell’azienda a partire dalle sue origini e si legge: “all’avanguardia nella tradizione: nella vita dello stabilimento l’esperienza delle pratiche artigianali e il supporto delle più moderne tecnologie danno forza a un sistema di valori costruito intorno alle persone…”.
Avviandomi alla conclusione, devo ammettere che sono ancora oggi molto interessata alle questioni riguardanti la spendibilità della laurea in filosofia. A tale proposito, mi permetto di far notare come in molti articoli apparsi su prestigiosi quotidiani nazionali sembra prevalere la tendenza a mettere in luce il fatto che sempre più aziende sono inclini ad assumere giovani laureati in filosofia. Mentre, raramente si presenta il problema dalla prospettiva speculare e opposta: ovvero dal fatto che sempre più giovani laureati sono disposti a mettere a disposizione delle imprese il proprio sapere umanistico. Nessuno dice che se venisse meno una delle due componenti il sistema smetterebbe di funzionare. In altri termini, aziende e filosofi sono complementari e la loro cooperazione è vincente per superare l’apparente contraddizione tra lo spirito economico e lo spirito etico.
In base alla mia esperienza, posso dire che difficilmente il filosofo che presta la propria opera in una impresa sente il proprio lavoro come alienante. Anche in questi contesti, il filosofo è preparato a trovare risposte adeguate alle più svariate domande e non agisce per fini meramente utilitaristici. Egli è spesso in grado di suggerire le soluzioni dei problemi legati all’esercizio dell’etica di impresa proprio grazie alla sua formazione, che gli consente di collocare in un quadro globale le diverse questioni, di esaminarle con spirito critico tenendo conto del differente punto di vista dei diversi attori sociali in gioco.

Inoltre, credo che sia necessario sfatare la visione romantica del filosofo spontaneo, che periodicamente riaffiora nell’immaginario comune. Un noto economista, volendo tessere l’elogio della filosofia, scrive: “I Filosofi sono i funzionari che reggono le sorti della pubblica amministrazione, i giudici che danno giustizia, le maestre che insegnano ai bambini a vivere assieme e a guardarsi intorno con curiosità, gli insegnanti che insegnano italiano storia e matematica, i sindacalisti, i medici e gli infermieri, coloro che si occupano dei nostri vecchi”.
Credo invece che sia importante distinguere tra il bisogno di filosofare, comune a tutti gli uomini, e l’esercizio del pensiero critico da parte di chi si è formato agli studi filosofici. Lo storico delle idee, il filosofo, è colui che ha fatto proprio un metodo di analisi, di ricerca e di ragionamento scientifico, conseguito in anni di costante e approfondito studio delle discipline umanistiche, che gli hanno consentito di acquisire l’habitus di una figura professionale ben precisa.

Concludo perciò il mio intervento ringraziando le professoresse e i professori del Corso di Laurea in Filosofia dell’Università del Salento. Nel corso delle mie attività mi è capitato di incontrare diversi loro colleghi di altri atenei, di altri paesi: tutti conoscevano e stimavano moltissimo i “miei” docenti leccesi. Confesso di essermi inorgoglita per i riconoscimenti spontaneamente tributati da estranei ai miei professori, perché a loro devo molto, perché per me sono stati e sono ancora una guida.

Lucia Mariano



Giornata "Professione Filosofo" II edizione organizzata dal Corso di Laurea in Filosofia dell'Università Del Salento