Ringrazio il Corso di Laurea in Filosofia
dell’Università del Salento per il gentile invito a partecipare all’odierno
workshop.
Devo confessarvi che mai avrei pensato di partecipare
a un evento così importante. Ne sono onorata e anche imbarazzata. Potrei dire,
riprendendo giocosamente Michel De Montaigne: «Mi accade anche questo: che non
mi trovo dove mi cerco; e mi trovo più per caso che per l’indagine del mio
giudizio».
Per via del mio ambiente familiare, ho infatti a
lungo creduto che avrei seguito le orme paterne e che avrei dedicato la mia
vita all’imprenditoria. Ma nel tempo, la mia vera passione ha iniziato a farsi
sentire con tale forza da indurmi ad affiancare al mio lavoro gli studi filosofici.
Quando ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo,
non tutto mi era chiaro; anzi diversi suoi aspetti mi apparivano di difficile
comprensione, e forse proprio per questo me ne sentivo così fortemente attratta.
Umberto Eco scrive del “piacere del come”,
ovvero dell’appagamento derivante dalla conoscenza di mondi mai uguali, dall’analisi
di problemi sempre diversi e quindi dalla tenacia nel superarli e nel
superarsi.
Era quello a cui ambivo, fare mio il
linguaggio, gli stili comunicativi, i concetti e i contenuti della filosofia.
Frattanto ho continuato a occuparmi di imprese
e un paio di anni fa ho conosciuto la dott.ssa Marina Montefrancesco, una giovane
donna dalla mente brillante, che, insieme alla sua famiglia, è alla guida di
Valentino Caffè S.p.A., azienda leader nelle torrefazioni in Europa.
Anche
se Valentino Caffè ha spento 70 candeline è un’azienda giovane, dinamica,
aperta alle innovazioni e attenta a soddisfare anche le esigenze dei suoi
clienti. Sin dalla sua fondazione ha costantemente fatto del riconoscimento del
merito, dell’ecosostenibilità e del sostegno alla crescita del territorio i
suoi principali punti di forza. In altri termini, Valentino ha ispirato le sue
attività ai principi di responsabilità sociale d’impresa. Quando la dott.ssa
Montefrancesco mi ha proposto di gestire il loro ufficio comunicazione mi sono
trovata dinnanzi a una nuova sfida. Mi occupavo di comunicazione e di pubblicità
già da anni e avevo tra l’altro organizzato e condotto diversi eventi
culturali, alcuni anche molto impegnativi, come la presentazione del volume di
Paolo di Mizio (già caporedattore centrale del Tg5) dedicato alla Storia di
Giuseppe e del suo amico Gesù, edito da Marsilio. Mi chiedevo però quale
potesse essere il mio specifico apporto di competenze e di conoscenze in una
azienda di torrefazione visto che fino a quel momento il mio rapporto con il
mondo del caffè si era limitato alla sua degustazione.
Poi mi sono ricordata della nota massima di
Terenzio: “Uomo sono: nulla di ciò che è umano mi è estraneo” e ho quindi accettato
con gioia l’offerta lavorativa. Da allora mi occupo di comunicazione per la
Scuola di Valentino Caffè. Nello specifico redigo i comunicati stampa, realizzo
le grafiche pubblicitarie, intervisto i docenti per il blog di Maestri
Caffettieri, mi occupo della cura e della crescita dei social media, mi
interesso delle questioni riguardanti la libertà di espressione nella rete,
dell’utilizzo per fini commerciale di materiale digitale presente nel web, se non
vincolato da diritto d’autore; infine, analizzo le tecniche e gli strumenti per
definire i target di mercato e gli obiettivi da raggiungere.
Valentino Caffè è un’azienda che guarda con
fiducia al futuro ed è in grado di rispondere alle esigenze derivanti dai
processi di unificazione dei mercati a livello mondiale, alle aspettative della
comunità sociale, al rispetto e alla tutela del territorio.
È
interessante notare che per le aziende, in tempi di globalizzazione dei mercati
e dei capitali, è diventato insufficiente limitarsi semplicemente a saper
produrre le proprie merci. Il filosofo ed economista statunitense, Edward
Freeman, sostiene che "per le imprese non è più tempo di fare solo soldi,
ma di condividere il valore” (Repubblica 07/02/15).
Occorre con urgenza che esse sappiano
sviluppare una responsabilità sociale sia interna (parità di retribuzione tra i
sessi, gestione delle diversità, formazione durante tutta l’attività
lavorativa, tutela della salute, sicurezza del lavoro) sia esterna (comunità
locale, fornitori, consumatori, banche e assicurazioni), nonché ecologica ed
etica. In esse, l’attività dello storico del pensiero diventa sempre più
indispensabile.
Del resto, l’Unione Europa ha insistito almeno dal
2001 sul tema della responsabilità sociale d’impresa, con la pubblicazione del
cosiddetto Libro Verde. Altri interventi fondamentali sono seguiti negli anni
successivi. Basti pensare che a partire dal 25/10/2011 la Commissione europea ha
avviato “Una nuova strategia 2011-2014”, basata su una nuova definizione di
responsabilità sociale d’impresa, ovvero della “responsabilità delle imprese
per il loro impatto sulla società”, indicando, altresì, le buone pratiche da
seguire affinché le imprese integrino nelle loro politiche aziendali le
questioni sociali, ambientali ed etiche.
Inoltre, il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l'Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile. In cui si legge al punto 67: "L'attività imprenditoriale privata, gli investimenti e l'innovazioni rappresentano i motori principali della produttività, di una crescita economica inclusiva e della creazione di posti di lavoro. Riconosciamo la varietà del settore privato, che varia dalle microimprese alle cooperative, e alle multinazionali. Invitiamo tutte le imprese ad impiegare la loro creatività e la loro innovazione, al fine di trovare una soluzione alle sfide dello sviluppo sostenibile".
Il sociologo tedesco Gunther Teubner sostiene che l'impresa è un'istituzione economica della società, poiché essa è "[...] quella che considera sé stessa non come un sistema chiuso, separato dal resto della società, ma come una vera e propria istituzione che, in quanto tale, si fa carico delle esigenze della democrazia".
Valentino Caffè da anni ha fatto proprie le
direttive dell’Unione Europea sopra citate. Non si è limitata a incentrare la
propria visione d’impresa sull’idea di responsabilità sociale, intesa come
teoria degli stakeholders, ma ha anche
operato per agire a favore dell’alterità, sviluppando strategie imprenditoriali
di carattere sociale.
Valentino
Caffè è fortemente convinta che la formazione e la ricerca siano risorse
indispensabili e che devono essere fruibili da tutti. Per tale motivo, già dal
2014 ospita nella sua sede, sita nella zona industriale del capoluogo
salentino, la scuola di formazione professionale, Maestri Caffettieri. Inoltre,
attraverso il costante supporto alle iniziative culturali organizzate
dall’Università del Salento, intende contribuire, insieme all’ateneo salentino,
allo sviluppo delle giovani menti e alla crescita culturale, economica e
sociale della regione.
Infatti,
Valentino Caffè, oltre alla sponsorhip
dell’odierno workshop, “Professione filosofo”, è già stata sponsor ufficiale di
una serie di importanti eventi organizzati dall’Unisalento, tra i quali va
segnalato almeno il XLIV Convegno della AIFG - Associazione Italiana di
Filologia germanica nel 2017. Valentino, rimanendo fedele alla sua visione di
riconoscimento del merito, si adopera per la valorizzazione delle eccellenze
salentine offrendo premi di studio ai ragazzi più meritevoli degli istituti
alberghieri della provincia di Lecce. Ciclicamente, la Scuola Maestri
Caffettieri, diretta dalla dott.ssa Montefrancesco, organizza giornate di
studio, seminari e workshop avvalendosi di docenti particolarmente noti in
campo internazionale, tra i quali si segnalano: Hidenori
Izaki, (Campionato Modiale Baristi per l’anno 2014), Chiara Bergonzi (trainer
ufficiale SCAE, vice campionessa mondiale di Latte Art 2014 e giudice
internazionale di gare di Latte Art del circuito WCE) e Manuela Fensore
(attuale campionessa Italiana di Latte Art, che rappresenterà l’Italia nella
prossima competizione mondiale, che si terrà in Brasile nel mese di novembre prossimo).
Nella
torrefazione Valentino Caffè è come se tutti fossero una grande famiglia. Infatti,
ogni dipendente sente l’azienda come se fosse propria. Questi risultati
certamente poco comuni sono il frutto della “visione d’impresa” che Gaetano
Montefrancesco e il fratello Antonio Egidio hanno sviluppato con determinazione,
con grande passione e con profondo impegno, dal 1948 ai giorni nostri. Nella
nuova brochure di Valentino Caffè si racconta la storia dell’azienda a partire
dalle sue origini e si legge: “all’avanguardia nella tradizione: nella vita
dello stabilimento l’esperienza delle pratiche artigianali e il supporto delle
più moderne tecnologie danno forza a un sistema di valori costruito intorno
alle persone…”.
Avviandomi alla conclusione, devo ammettere che
sono ancora oggi molto interessata alle questioni riguardanti la spendibilità
della laurea in filosofia. A tale proposito, mi permetto di far notare come in
molti articoli apparsi su prestigiosi quotidiani nazionali sembra prevalere la
tendenza a mettere in luce il fatto che sempre più aziende sono inclini ad
assumere giovani laureati in filosofia. Mentre, raramente si presenta il
problema dalla prospettiva speculare e opposta: ovvero dal fatto che sempre più
giovani laureati sono disposti a mettere a disposizione delle imprese il
proprio sapere umanistico. Nessuno dice che se venisse meno una delle due
componenti il sistema smetterebbe di funzionare. In altri termini, aziende e
filosofi sono complementari e la loro cooperazione è vincente per superare
l’apparente contraddizione tra lo spirito economico e lo spirito etico.
In base alla mia esperienza, posso dire che difficilmente
il filosofo che presta la propria opera in una impresa sente il proprio lavoro
come alienante. Anche in questi contesti, il filosofo è preparato a trovare
risposte adeguate alle più svariate domande e non agisce per fini meramente
utilitaristici. Egli è spesso in grado di suggerire le soluzioni dei problemi legati
all’esercizio dell’etica di impresa proprio grazie alla sua formazione, che gli
consente di collocare in un quadro globale le diverse questioni, di esaminarle con
spirito critico tenendo conto del differente punto di vista dei diversi attori
sociali in gioco.
Inoltre,
credo che sia necessario sfatare la visione romantica del filosofo spontaneo,
che periodicamente riaffiora nell’immaginario comune. Un noto economista,
volendo tessere l’elogio della filosofia, scrive: “I Filosofi sono i funzionari
che reggono le sorti della pubblica amministrazione, i giudici che danno
giustizia, le maestre che insegnano ai bambini a vivere assieme e a guardarsi
intorno con curiosità, gli insegnanti che insegnano italiano storia e matematica,
i sindacalisti, i medici e gli infermieri, coloro che si occupano dei nostri
vecchi”.
Credo
invece che sia importante distinguere tra il bisogno di filosofare, comune a
tutti gli uomini, e l’esercizio del pensiero critico da parte di chi si è formato
agli studi filosofici. Lo storico delle idee, il filosofo, è colui che ha fatto
proprio un metodo di analisi, di ricerca e di ragionamento scientifico, conseguito
in anni di costante e approfondito studio delle discipline umanistiche, che gli
hanno consentito di acquisire l’habitus
di una figura professionale ben precisa.
Concludo
perciò il mio intervento ringraziando le professoresse e i professori del Corso
di Laurea in Filosofia dell’Università del Salento. Nel corso delle mie
attività mi è capitato di incontrare diversi loro colleghi di altri atenei, di
altri paesi: tutti conoscevano e stimavano moltissimo i “miei” docenti leccesi.
Confesso di essermi inorgoglita per i riconoscimenti spontaneamente tributati
da estranei ai miei professori, perché a loro devo molto, perché per me sono
stati e sono ancora una guida.
Lucia Mariano
Giornata "Professione Filosofo" II edizione organizzata dal Corso di Laurea in Filosofia dell'Università Del Salento